mercoledì, settembre 27, 2006

Moggi spara a zero:"Moratti, Rossi e Tronchetti Provera soci delle stesse cose"


Luciano Moggi non ci sta proprio a passare come il burattinaio del calcio italiano e lancia un accusa precisa contro l'ex commissario della Federcalcio, Guido Rossi. Come al solito lo fa a modo suo, con una performance televisiva all'interno del programma 'Matrix' in onda questa sera su canale 5. Dice e non dice, l'ex direttore generale della Juve, spara grosso, ma poi subito ritratta: "Non volevo dire questo". Le parole lasciano in verità poco spazio a malintesi: "Rossi è partito dalla casa madre (Telecom-Inter) ed è venuto a fare il commissario in Federcalcio. Ha fatto quello che doveva fare ed è ritornato alla sua casa madre. Non dico che è venuto a fare malandrinaggio, ma è difficile pensare che non ci siano conflitti d'interesse". Moggi chiarisce il concetto: "dico solo che Moratti, Tronchetti Provera e Rossi sono soci delle stesse cose - ha spiegato l'ex dg della Juve - e sono stati nel consiglio di amministrazione della Telecom e dirigenti nell'Inter. Con questo non voglio dire certamente che é stata la società nerazzurra a fare le intercettazioni". Quindi crede di essere stato ascoltato dai vertici Telecom?, incalza Mentana."Non lo so, non credo - ha risposto Moggi - ma sto molto, molto attento, dico solo che Tavaroli riferiva tutto a Buora (ex amministratore delegato Telecom e attuale vice presidente esecutivo n.d.r.)". Dopo l'attacco a Guido Rossi, e la denuncia di un evidente conflitto d'interesse, Luciano Moggi ha voluto contestare per l'ennesima volta la legittimità delle intercettazioni telefoniche. "Sta venendo fuori quello che avevo detto io sei mesi fa parlando di spionaggio industriale - ha detto -. Ribadisco l'illegittimità delle intercettazioni telefoniche, come dimostra l'intervista di un consulente Telecom sui giornali di oggi, in cui ha parlato di come si possa entrare facilmente nelle intercettazioni disposte dai magistrati: spesso mancano delle parole mentre in altre ce ne sono alcune in più". Allora chi è il burattinaio secondo questo teorema di Moggi? "Sono tanti messi insieme, ma io no. Non sono mai stato un santarello, ma ho difeso sempre il mio lavoro e la mia società. Altri non hanno saputo fare in questi anni quello che modestamente ho fatto io - ha aggiunto - ed è per questo, forse, che mi trovo in questa situazione. Se ci fossero stati ancora gli Agnelli tutto questo non sarebbe successo". Il processo che conta, almeno per Moggi, sarà comunque quello della giustizia ordinaria: "Il processo vero non è quello sportivo - ha spiegato l'ex dg - ma lo farà la giustizia ordinaria: lì potremo difenderci in modo appropriato, portando anche dei testimoni".Quando si parla di schede di cellulari anomale, tra le quali quella regalata al designatore Bergamo, Moggi si difende con gli artigli: "Quando mi sono accorto, nel corso di alcune trattative di mercato, che dopo poco si sapeva già tutto quello che avevo concordato, ho cominciato a pensare allo spionaggio industriale, e utilizzavo queste schede per non essere intercettato nelle mie operazioni di mercato", ha confessato il presunto 'uomo nero' del calcio italiano, spiegando che anche quella regalata durante una cena di Natale a Bergamo aveva lo stesso scopo, cioé di "parlare senza il timore di essere intercettati". Moggi ha sempre negato di aver parlato con l'arbitro De Santis, e questo è uno dei punti di forza nella linea difensiva dei legali dell'ex d.g della Juve, ma la Procura di Napoli, secondo quanto raccolto da un giornalista della redazione di 'Matrix', sarebbe risalita ad una presunta telefonata tra Moggi e l'arbitro romano, che proverebbe il tentativo di pilotare l'incontro tra Fiorentina e Bologna, finalizzato alla squalifica dei giocatori bolognesi in diffida prima del match con la Juventus. L'indagine dovrebbe chiudersi entro Natale. Il finale è uno show come al solito condito da battute: "Ho letto sui muri di diverse città la scritta 'Moggi santo subito'. Ci devo ancora pensare un po', ma forse deciderò per il no".
fonte: ANSA

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